Cronaca

Partinico, silenzio degli indagati per corruzione alla Nido d’argento

L’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo e i vertici della cooperativa Nido d’argento, Giuseppe Gaglio, Francesco Chiavello e Giuseppe Chiaramonte, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Davanti al Gip Elisabetta Stampacchia hanno deciso di non dire nulla. Ma secondo i rispettivi legali la decisione è frutto di un ben preciso motivo: “A fronte di una complessa indagine – afferma Nino Schirò, legale di Lo Biundo – serve sicuramente più tempo per poter leggere in maniera approfondita le carte. Dalle misure cautelari all’interrogatorio è oggettivamente trascorso un tempo troppo breve. La cosa certa è che già ad una prima analisi le cose non quadrano”. “La vicenda è complessa in tutta la sua ricostruzione – conferma l’avvocato Stefano Scimeca che insieme alla collega Loredana Culò difendono Gaglio, Chivello e Chiaramonte -. Intanto si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in attesa di approfondire gli atti d’indagine”. L’inchiesta, culminata con 12 misure cautelari e 15 indagati complessivamente la scorsa settimana, ruota attorno alla cooperativa e alle compiacenze di politici e pubblici ufficiali per favorirla nell’assegnazione di appalti in diversi Comuni della Sicilia occidentale ed anche nella zona di Gela.

L’inchiesta è stata portata avanti dai carabinieri della compagnia di Partinico e ha fatto emergere  un presunto giro di corruzione tra pubblici ufficiali per favorire la cooperativa Nido d’argento, divenuta negli anni una delle grandi potenze nell’ambito dei servizi di assistenza sociale in Sicilia. A decidere tutto era il deus ex machina Giuseppe Gaglio. Da lui partivano direttive anche ai fedelissimi della cooperativa, così come la decisione dei «regali»  da fare soprattutto in rapporto alla quantità da elargire. Come nel caso dell’appalto di Gela: sarebbe stato corrotto l’avvocato Geraci a cui avrebbe fatto da tramite Lo Biundo, recapitando una busta con 2 mila euro. Gaglio, nel parlare con Chiavello, dice: «Ora serve  la politica … ora l’altra cosa più importante… su Lo Biundo… perché si sono incontrati con quel picciotto… quello dell’Urega (ufficio regionale delle gare d’appalto in riferimento ad una gara da assegnare a Gela e che effettivamente si accaparrò la cooperativa partinicese, ndr)».

La longa manus si allungava anche sulla Città metropolitana dove si poteva contare sull’appoggio di Michela Sclafani, colpita da interdittiva, accusata di velocizzare la liquidazione dei pagamenti che spettavano alla cooperativa per i servizi socio assistenziali svolti, tra cui quello del trasporto scolastico degli studenti con disabilità. Di contro Gaglio, sempre con i suoi galoppini, consegnava al marito della funzionaria Giovanni Dalia collane con smeraldi da 1.800 euro, profumi di marca, olio d’oliva, dolci, panettoni e l’assunzione di amici nella cooperativa.

Questione che comincia a scaldare la politica di Partinico. Rifondazione comunista chiede che si faccia chiarezza sui 9 anni dell’allora governo di Lo Biundo e attacca il governo cittadino in carica: “Un altro sponsor dell’attuale amministrazione Rao finisce al centro della bufera”. Il Pd incalza: “Chi ha responsabilità di governo deve porre la questione morale al centro dell’azione politica e avviare buone pratiche che possano rendere impermeabili le nostre istituzioni”.