Parla l'ex sindaco de luca

Partinico, corruzione e coop Nido d’argento “Avevo intuito”

Il primo ad intuire che qualcosa non andasse nel rapporto tra il Comune di Partinico e la cooperativa Nido d’argento fu l’ex sindaco Maurizio De Luca. Rimasto in carica per meno di un anno, a cavallo tra il 2018 e il 2019 quando si dimise dopo essersi accorto che la maggioranza si era sfaldata di fronte alle sue scelte di rottura con il passato, proprio attorno alla gestione della casa di riposo “Canonico Cataldo” si consumò la più grande frattura. L’allora primo cittadino aveva deciso di perseguire la strada dell’internalizzazione del servizio, eliminando quindi quella serie di forniture e servizi che erano in buona parte garantiti proprio dalla cooperativa Nido d’argento. Oggi De Luca torna a parlare dopo l’inchiesta dei giorni scorsi su un giro di corruzione al Comune di Partinico per agevolare l’assegnazione di appalti alla cooperativa Nido d’argento. Dodici le misure cautelari, 16 indagati in tutto, tra cui l’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo.

Con me quella cooperativa non ha avuto alcun abbocco – dice oggi De Luca -, io ho perseguito un’altra via solo che non è riuscita l’internalizzazione del servizio che consentiva di risparmiare tanti soldi. In quel poco tempo in cui sono rimasto dentro il palazzo di città credo di essere stato con la mia squadra di governo il più trasparente possibile. In ogni caso non abbiamo aperto la porta a nessuno, lo dico con grande fermezza. Qualcuno ha provato a bussare? Non posso confermarlo, quello che è importante è che non abbiamo aperto a nessuno e cercato di fare del nostro meglio”.

In quegli anni molte furono le segnalazioni di presunti illeciti dovuti al fatto che i pagamenti ai fornitori non avvenivano secondo ordine cronologico, come imporrebbe la legge. La cooperativa Nido d’argento, che aveva gestito diversi appalti, si sarebbe trovata spesso a scavalcare altre cooperative. “Ci vuole un poco di tempo per capire certi meccanismi – evidenzia De Luca -. Forse avrò avuto la colpa di aver rotto le scatole in un determinato settore, proprio quello dei Servizi sociali. Ora non ricordo i dettagli, sono passati diversi anni. Ma posso dire che mai nessuno è venuto da me a dirmi di pagare prima quella cooperativa piuttosto che un’altra. Avevano già capito che io non avrei mai consentito una cosa del genere”. Poco dopo le dimissioni di De Luca arrivò anche lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Partinico.

Non a caso diverse pagine di quella relazione toccarono il capitolo della casa di riposo e fu sottolineato che la politica aveva tentato di salvaguardare una struttura (che fu chiusa poco tempo dopo con l’avvento del commissario straordinario Rosario Arena in sostituzione di De Luca, ndr) nonostante fosse in notevole perdita e stesse causando il dissesto finanziario dell’ente. Le dimissioni di De Luca quindi perché arrivarono? Perché si rese conto che non poteva scardinare il sistema politico esistente? “No, il sistema politico si può scardinare – risponde l’ex sindaco – ma deve essere un’intera società a capire che si deve cambiare. Un capitano di una squadra se capisce che l’intero club funziona poco non può continuare a giocare. Il capitano della squadra non potrebbe cambiare le sorti del risultato. E allora cosa deve fare? Rimanere lo stesso in campo e vedere andare tutto alla deriva? Non poteva essere questa la soluzione. Voglio precisare che nessuno mi ha ‘costretto’ a dimettermi. E’ stata una mia decisione, presa in coscienza”.