Il comune spende

Alcamo, investimenti in acqua e rifiuti e lievitano i costi

Ancora impennate per i costi di rifiuti ed acqua ad Alcamo, ma non si tramuteranno almeno per quest’anno in aumenti in bolletta. È quanto si prevede per il 2024 con il bilancio da pochi giorni approvato. Sulla base dei conti relativi alla spesa pro capite, nella cittadina alcamese il costo dei rifiuti a testa sale a 219,10 euro, contro una spesa sostenuta nel 2023 di 212,26 euro, con un aumento del 3 per cento. Ancora più salato il conto per quanto concerne il servizio idrico. In questo caso l’aumento sarà di ben il 12 per cento, passando da 162,12 a 181,89 euro.

Gli aumenti dei costi però non andranno a pesare sulle tasche dei cittadini direttamente attraverso il pagamento dai canoni comunali di rifiuti e acqua, ma sono da imputare ad una serie di investimenti fatti dal Comune in opere pubbliche o servizi offerti alla cittadinanza in relazione ai due ambiti considerati. “Ci sono una serie di investimenti – precisa il sindaco Domenico Surdi – per migliorare il servizio idrico in termini di manutenzione per aumentare la portata idrica. Sui rifiuti nel parleremo in sede di Pef, il piano economico finanziario, ma non ci sono in questo momento previsti degli aumenti tariffari, anzi noi puntiamo a mantenere il tributo e siamo convinti che quest’anno avremo questa opportunità riuscendo anche a potenziare il servizio”.

Per la Tari, la tassa sui rifiuti, si tratta di una frenata nel trend di aumenti che avevano caratterizzato gli ultimi anni. Fino allo scorso anno, infatti, erano stati introdotti aumenti delle tariffe che andavano, a seconda dei componenti familiari, da 7 a 30 euro in più per le utenze domestiche; per le utenze non domestiche la variazione massima in aumento è stata del 6 per cento, differenziata a seconda della tipologia di attività. Seppure non si sia trattato di cifre altissime è scoppiata la polemica con buona parte dell’opposizione che non ha votato in blocco questo aumento, passato con i voti della maggioranza e di quella parte di opposizione che ha aperto sin dall’inizio della legislatura un dialogo col governo cittadino. D’altra parte, si sta lavorando ad una più efficiente riscossione dei canoni idrici, che vadano a rimpinguare le casse comunali. Gli ultimi dati dicono che a pagare la tassa è il 58% della popolazione cittadina, numero che potrebbe apparire basso ma che in realtà gli uffici comunali considerano un “successo”.