Prima tappa

Partinico, ambiente e religione per promuovere l’integrazione

Ieri prima tappa del progetto di integrazione a Partinico con gli stranieri ospiti dei centri Sai di accoglienza e integrazione. Hanno ripulito il parco suburbano di via Benevento, aiutando quindi la comunità locale a mantenere pulito il grande polmone verde che di recente è stato recuperato dal Comune dopo zanni di degrado, grazie anche all’aiuto della forestale.

Con questo progetto previsti una serie di eventi che avranno come obiettivo per l’appunto l’integrazione di questi ospiti nel tessuto locale di Partinico.

L’integrazione non è un’utopia – ha commentato l’assessore all’Ambiente Sergio Bonnì –. Da anni, all’interno del tessuto sociale di Partinico, si registra una presenza consistente di soggetti extracomunitari, che spesso crea criticità per la gestione della convivenza, dell’integrazione e dell’equilibrio sociale. Le politiche delle istituzioni e delle associazioni che a vario titolo si occupano di accoglienza, si pongono l’obiettivo dell’integrazione, tra queste il S.A.I. (Servizio, Accoglienza e Integrazione), il quale mette in essere una programmazione tendente alla formazione di nuova cittadinanza. Quella in atto è un’attività concordata tra il Comune di Partinico, ente titolare del servizio e il consorzio gestore. Tra queste attività, oltre alle giornate ecologiche già in atto, ci saranno anche momenti di inclusione e di integrazione coinvolgendo tutti gli attori istituzionali, territoriali e regionali. Sono previste anche attività che hanno lo scopo di interazioni tra religioni diverse. Nel caso specifico oggi, una ventina di questi ragazzi sono impegnati alla bonifica e pulizia del nostro parco suburbano e successivamente su direttive dall’amministrazione Rao, si renderanno disponibili collaborando con gli operatori comunali addetti al verde pubblico, alle bonifiche di ville, giardini e parchi della nostra città. Si ringraziano per la collaborazione la Dusty e i “motivatori” SAI  nelle persone di Debora Patti e Gianluca Cangemi”.