A Castellammare del Golfo il “pane cunzatu” di scena nel fine settimana: musica e cibo tipico

“Pani cunzatu fest” sabato 2 settembre nel baglio di Scopello: degustazioni del tradizionale pane cotto a legna condito con olio extravergine d’oliva, pomodoro, formaggio e acciughe, a cura delle attività locali. Nel borgo di Scopello, a Castellammare del Golfo, è prevista anche musica ed intrattenimento.

Domani per l’appunto, sabato 2 settembre, inoltre, alle ore 21,30, sempre in piazza a Scopello, il comico Marco Manera in scena con “Magaria”. Lo spettacolo ad ingresso libero patrocinato dal Comune, è promosso dall’Agricantus ed inserito nella rete regionale teatrale e nel circuito musicale della Sicilia, con il sostegno economico dell’assessorato regionale al Turismo e Spettacolo.

“Magarìa (affabulazioni siciliane) è un recital teatrale in cui si racconta la Sicilia attraverso quattro capitoli: l’amore, il dolore, il cunto e i siciliani. Marco Manera si serve della poesia, delle storie e dei personaggi antichi per raccontare, tra il serio e il faceto, una terra che non c’è più, ma che è nascosta nel nostro cuore come un incantesimo, la magarìa appunto, che può venire fuori se stuzzicata da un attore che canta e cunta, arrivando al cuore…”.

Performance finale, alla villa Margherita, del laboratorio teatrale “Murritiamo” tenuto nell’istituto “Mattarella–Dolci” da quattro giovani attori diplomati alla scuola di teatro di Bologna. Domenica 3 Settembre alle ore 21, nella villa Margherita, i partecipanti al laboratorio incontreranno il pubblico presentando il risultato delle due settimane di lavoro. Prima della dimostrazione finale, sabato 2 settembre alle ore 21,30 e domenica 3 settembre alle ore 20,15 circa, due performance con musica e recitazione nella zona pedonale di corso Garibaldi e corso Bernardo Mattarella.

Sempre sabato 2 settembre a partire dalle ore 21, serata Karaoke nella villa Olivia, a cura dell’associazione “Sos tuttofare”. Nella sala del cinquecentenario, in corso Mattarella, fino al 7 settembre, esposizione di oggetti d’arte di Nino Ciaravino.