Agricoltura

Partinico, la stangata sul prezzo dell’olio, la Cia tenta la mediazione ma non potrà essere immediata

Stangata per i consumatori sul prezzo dell’olio di oliva nel comprensorio del partinicese. Sono già scintille tra produttori e filiera. Questo lo scenario che si sta materializzando e che vede contrapposte le due parti in questa guerra dei prezzi in un contesto sociale già stremato dai rincari di alimenti e non soltanto. Si ipotizza che il costo quest’anno potrebbe oscillare tra gli 8 e i 9 euro al litro per l’extravergine di oliva contro i 5-6 dello scorso anno.

Intanto a Partinico è nata nei giorni scorsi un’associazione che mette insieme i produttori, una quarantina le adesioni: l’obiettivo è quello di stabilire un prezzo equo sul mercato ed evitare la concorrenza sleale. “Ci siamo associati per un semplice motivo – afferma uno dei promotori di questo organismo oltre che essere produttore di olio di oliva, Gino Provenzano -, vale a dire per la salvaguardia del nostro prodotto che è molto deprezzato al commercio. Questa  nuova associazione si dà degli obiettivi, quello proprio di valorizzare l’olio extravergine d’oliva sia in qualità ma anche sul prezzo che è la cosa più importante che in questo momento ci attanaglia. La produzione dell’olio ha subito dei costi di produzione che sono enormemente lievitati, registriamo aumenti del 135 per cento per concimi e antiparassitari, per non parlare poi anche del costo della molitura che è aumentato del 100% rispetto all’anno scorso”.

E proprio questo è l’aspetto che pesa più di tutti. La filiera, quindi parliamo di titolari di frantoi, trasportatori e imbottigliatori, qualche resistenza stanno cominciando a farla anche perché il margine di guadagni rischia pesantemente di abbassarsi e di conseguenza c’è anche la paura di possibili truffe con miscelazioni di oli che di extravergine di oliva non hanno proprio nulla.

Una sorta di corsa al ribasso che alla fine potrebbe come sempre danneggiare chi produce onestamente. E di questo rischio non ne fa un mistero Rosario Vitale, che ha un’azienda a Balestrate che riesce a chiudere la filiera essendo quindi autonoma da altre dinamiche di mercato e che è presidente di Assolivo-Coltivatori in Sicilia: “Solo per raccogliere le olive ci vogliono 5 euro al litro – precisa -. Vanno aggiunti poi i costi del gasolio agricolo che da 60 centesimi è arrivato a un euro e 72. I concimi sono poi aumentati del 100%. Ecco perché l’olio extravergine di oliva non può essere venduto a meno di 8 euro a litro quest’anno. Ovviamente parliamo al netto di ingresso di olio straniero e quindi i produttori sarebbero ulteriormente penalizzati e ancor di più i consumatori che magari verrebbero attratti dal minor prezzo non rendendosi conto però che di conseguenza hanno anche una qualità minore”. Inevitabile dire che ad oggi c’è una divisione all’interno della filiera tra produttori e fratoiani: “Appena ci siamo costituiti in associazione – aggiunge Provenzano – abbiamo promosso un incontro ma non si è presentato alcun titolare di frantoio. La filiera in questo momento non funziona bene perché non siamo aggregati”.

A tentare di mettere in campo una sorta di mediazione è la Cia, la confederazione italiana agricoltori, anche se questo confronto non potrà essere immediato. “In questa campagna olearia purtroppo non ci sono i tempi per intervenire con mediazioni, anche perché il governo regionale deve ancora insediarsi. Resta lodevole l’idea nata da Partinico di mettere assieme i produttori ma non dimentichiamoci che il prezzo deve farlo il mercato”. Parole del presidente provinciale della Cia di Palermo, Camillo Pugliesi, che ha avuto già modo di confrontarsi con questa neonata associazione.

“La mediazione fra produttori e frantoiani – aggiunge Pugliesi – non potrà avere seguito in questa campagna anche perché non ci sono i margini di tempo e siamo in attesa di avere un’interlocuzione con quello che sarà il nuovo assessore regionale all’Agricoltura. L’idea di un’aggregazione è meritoria anche per avere voce in capitolo nei tavoli di concertazione, magari ancora meglio se costituti all’interno di un’Op, un’organizzazione di produttori. Da ragionamenti informali i frantoiani hanno già evidenziato che il prezzo sulla molitura non potranno farlo scendere, sono già al limite dei margini di guadagno”.