La polemica

Partinico, addio al giudice di pace “Ci sono solo tagli”

Si anima il dibattito a Partinico attorno alla pare imminente chiusura del giudice di pace. Notizia che già era ufficiale da qualche mese, con tanto di deliberazione dei sindaci del comprensorio che prendevano atto dell’impossibilità ad andare avanti.

Essenzialmente perché i Comuni coinvolti (oltre a Partinico anche Borgetto, Montelepre, Giardinello, Trappeto, Balestrate e Camporeale) non sono in grado di garantire proprio personale per il funzionamento dell’ufficio. Domani, martedì 27 giugno, il dibattito si sposterà in consiglio comunale a Partinico.

Intanto Rifondazione Comunista dice no all’ipotesi della chiusura dell’ufficio del giudice di pace che si occupa di controversie civili o penali di lieve entità, che in teoria potrebbero essere facilmente risolte con degli accordi bonari tra le parti. Se dovesse davvero essere soppresso allora tutte le cause si sposterebbero su Palermo con un notevole allungamento dei tempi per le sentenze.

Ecco il comunicato integrale di Rifondazione Comunista:

A Partinico si è capaci soltanto di tagliare servizi a danno della cittadinanza

Ancora una volta, in un Comune che è stato nel tempo punto di riferimento del comprensorio per i servizi che offriva e di cui una vasta utenza poteva fruire, ci ritroviamo ad esprimere preoccupazione per l’ennesima chiusura, quella dell’ufficio del Giudice di Pace di Partinico.

La nostra cittadinanza ha, spesso, nel corso del tempo, subito decisioni del genere (con l’assoluta negligenza del governo di turno della città) come, ad esempio, quelle che attengono alla chiusura dello sportello dell’Agenzia delle Entrate che operava nella nostra città e al depotenziamento dell’Ospedale Civico oltre che del presidio territoriale del Dipartimento di Salute Mentale.

Sorprende che questa volta l’attore protagonista della scelta sia proprio il Comune e, quindi, l’Amministrazione Rao, che lo fa, tra l’altro, senza sentire il bisogno di coinvolgere, neanche a livello informativo, il consiglio comunale né tanto meno la cittadinanza. E tutto ciò in nome di un risparmio in realtà inesistente, considerato che il personale in servizio sarà destinato ad altri uffici; i locali dove è ubicato sono comunali e i costi di gestione (una fotocopiatrice e poco più) sono assorbiti dai contributi degli altri Comuni del comprensorio.

Sorprende ancora di più che, in una giunta composta da ben tre avvocati, non si sia proferito parola in merito. Condividono anche loro un taglio che mette a rischio o, quantomeno, complica il diritto dei nostri concittadini di avere un rapido ed equo accesso alla giustizia aumentando le distanze e le difficoltà per ottenere assistenza legale e risolvere questioni giudiziarie? O non parlano per evitare accuse di lesa maestà? Perché è forte la sensazione che nel palazzo di città della “Nuova Partinico” si sia instaurato una sorta di dominio autoreferenziale con l’uomo solo al comando affiancato dal silenzio di un’intera giunta e di una maggioranza consiliare mai così appiattita e assopita.

Ci auguriamo di essere smentiti e di sentire tante voci esprimersi contrariamente in occasione del consiglio comunale straordinario richiesto dall’opposizione,
a cominciare dal Sindaco, perché cambiare idea è sinonimo di intelligenza.

Anzi l’auspicio è che, intervenendo proprio sul tema dei servizi, il consiglio comunale rilanci la questione, votando non solo il mantenimento degli uffici del Giudice di Pace ma anche un atto di indirizzo che impegni l’amministrazione ad avviare un’interlocuzione seria e concreta con l’Agenzia delle Entrate affinché si ripristini l’ufficio territoriale di Partinico, mettendo a disposizione locali comunali pur di riavere uno sportello che era utilissimo ad utenti e professionisti per la risoluzione di questioni fiscali e per l’espletamento di pratiche amministrative, adesso dislocate a Palermo.

I servizi essenziali, come l’accesso alla giustizia, la gestione fiscale e l’assistenza socio-sanitaria sono diritti fondamentali dei cittadini e delle cittadine e non possono essere negati o ridotti in alcun modo e, soprattutto, senza una valutazione accurata delle conseguenze. Una politica seria dovrebbe preoccuparsi non di tagliare ulteriormente, ma di adottare tutte le misure necessarie per garantire la continuità e la qualità dei servizi pubblici a Partinico.

Il Partito della Rifondazione Comunista di Partinico rimane al fianco dei cittadini e continuerà a lottare per i loro diritti e per una società più giusta.

Partito della Rifondazione Comunista circolo “Peppino Impastato” di Partinico