Dopo lo scandalo sulle pensioni facili

Partinico, commissioni invalidità, misura Regione “anti Genova”

Sembra avere tutta l’aria di un provvedimento per ricostituire le commissioni di invalidità in Sicilia sulla base del recente scandalo che ha visto come epicentro Partinico. La Regione ha infatti rimesso mano alle regole per la composizione di questi organismi con un veto a chi fa politica oppure occupa cariche istituzionali. Misura che quindi sembra voler prendere una contromisura dopo la bufera scaturita dall’inchiesta scandalo sulle false invalidità. Principale indagato Agostino Genova, rimosso per questo dalla carica di assessore al Comune di Partinico e da incarichi interni alla Dc.

Sulla base di quella inchiesta, scattata nel giugno scorso, sarebbe emerso che Genova avrebbe personalmente agevolato certe pratiche in cambio di denaro e oggetti preziosi.

Con una lettera inviata a tutte le Asp, il dipartimento della Pianificazione strategica dell’assessorato regionale della Salute ha avviato una ricognizione sulle commissioni. Gli organismi riconoscono le invalidità civili e i benefici della legge 104/92. Predisposto uno schema di regolamento per il rinnovo della composizione degli organismi con l’introduzione di specifiche misure di contrasto all’illegalità e agli episodi di corruzione. “Il meccanismo della rotazione, nello specifico, è uno strumento fondamentale per garantire imparzialità e trasparenza – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani –. È obiettivo del mio governo quello di introdurlo a livello regionale in tutti gli organismi che svolgono ruoli di valutazione e per questo, già poco dopo il mio insediamento, ho firmato un atto di indirizzo che andava in questa direzione”.

Tra le nuove misure previste, quella per cui componenti e segretari non possono rivestire una carica politica a livello provinciale. Non devono neanche avere svolto lo stesso tipo di attività nell’ultimo anno, candidature incluse, in qualsiasi ambito, da quello comunale fino a quello europeo. I componenti non possono inoltre rivestire cariche sindacali o svolgere attività per patronati o di consulenza. Questo vale anche per congiunti o parenti fino al secondo grado. Inoltre, i membri delle commissioni non devono avere svolto lo stesso incarico per almeno cinque anni e, se non continuativi, negli ultimi dieci. Medici di medicina generale e pediatri di libera scelta che ne fanno parte non possono operare nello stesso ambito territoriale nel quale esercitano la professione.

“Disciplinare il rinnovo e il funzionamento di queste Commissioni, che svolgono un ruolo fondamentale per la tutela dei soggetti più fragili della nostra società – afferma l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo – è il segno della precisa volontà del governo regionale di portare avanti un cambiamento nel rispetto dei principi di legalità”. “Interveniamo concretamente – spiega Salvatore Iacolino, dirigente generale della Pianificazione strategica che ha firmato le nuove disposizioni – sulla discontinuità dei componenti delle commissioni. Ma anche sulla rotazione, in ogni caso, dei segretari e dei componenti nei territori dove svolgono la loro attività. Si tratta di un presupposto fondamentale, assieme ai requisiti di partecipazione ai relativi bandi di selezione. Proprio per garantire efficienza e trasparenza, nella composizione delle commissioni sono esclusi i candidati con evidente o anche potenziale conflitto di interessi”.

Sul piano operativo, il regolamento prevede che le visite a domicilio possano essere effettuate anche da un solo medico. Ma devono essere confermate successivamente in sede collegiale. Nella lettera alle Asp, inoltre, il dipartimento sottolinea che le commissioni, la cui durata è triennale, vanno ricostituite immediatamente se risultano già scadute. O anche se istituite con regole diverse da quelle introdotte dalla Regione e che adesso dovranno essere implementate dalle aziende sanitarie.