Salta la mediazione

Partinico, nessun accordo sul bene confiscato dei Parrini

Si va allo scontro in tribunale tra il Comune di Partinico e la cooperativa Noe che gestisce il bene confiscato di contrada Parrini. Il tentativo di mediazione è saltato: le parti si sono incontrate ma è stato evidenziato dallo stesso mediatore “l’impossibilità a dare seguito ad una conciliazione”. Quindi sarà il tribunale civile a dover risolvere la controversia dopo l’atto di citazione del Comune che ha chiesto la revoca della concessione dell’immobile per “gravi inadempienze”.

Uno scontro nato la scorsa estate quando all’interno del bene fu scoperta l’organizzazione di un evento a pagamento, vietato nella convenzione per questo tipo di bene, da parte di polizia municipale e forze dell’ordine. Poco dopo scattò la delibera di giunta di revoca della concessione a cui si è opposta la Cooperativa Noe, ritenendo “sproporzionato” il provvedimento. Un primo ricorso è stato al Tar che però ha dichiarato la sua incompetenza, quindi la causa si è spostata al tribunale civile.

Il sindaco Pietro Rao ha ribadito che non ci sono spazi di manovra rispetto a quel che è accaduto e a come si sta gestendo il bene di contrada Parrini: “Partinico non è l’eldorado e nemmeno una zona franca dove il rispetto delle regole e della legge sono un optional”. Il riferimento è sempre al blitz della scorsa estate in cui sono emerse queste irregolarità che i gestori della cooperativa stessa non hanno mai negato. Il provvedimento di revoca del bene confiscato di Partinico però, secondo loro, resta esagerato.

“Tramite i laboratori orticoli in corso dedicati a giovani con autismo – afferma Simone Cavazzoli, presidente della Cooperativa Noe – stiamo inserendo nella vitalità del bene confiscato sempre più persone partinicesi interessate alla tutela della salute mentale. Purtroppo ci sono dei problemi mai risolti in questo bene sul piano burocratico. Il comodato d’uso infatti impone di fare solo agricoltura, che su soli 2 ettari coltivabili non può essere reddituale ed è impensabile dato che le sole necessarie manutenzioni del verde costano 5 mila euro l’anno. Il fine di Noe sarebbe quello di terminare in tre anni le attività attuali condividendo il bene con le associazioni partinicesi di tutela della salute mentale. Dopodichè potrebbe essere proficuo indire una nuova gara per l’assegnazione ma servirà una riscrittura delle modalità di affidamento tra agenzia dei beni confiscati e Comune”.

Rispetto al tentativo andato a vuoto di conciliazione non sembra esserci alcuna sorpresa da parte di Cavazzoli: “Purtroppo abbiamo trovato una chiusura al dialogo da parte del sindaco – ha aggiunto – che ci ha accusati di farci scudo con la disabilità e che con Noe Cooperativa Sociale non vuole negoziare. Vorrei ricordare che il Comune di Partinico nell’attribuirci il comodato ci ha consegnato un immobile gravato non da semplice assenza di abitabilità e agibilità ma di vero e proprio abuso edilizio totale. Credo che questo sia sicuramente un reato beni più pesante di quello che viene a noi attribuito. Noe sta solo cercando strade per sviluppare un bene Comune”.