Indagano i carabinieri

Alcamo, anziana cade nella truffa del finto incidente

Un’altra anziana ad Alcamo è rimasta vittima dell’oramai collaudata truffa del “finto incidente”. E’ successo ad Alcamo ad una donna residente in via Segesta, una delle tante strade che sboccano sul principale corso VI Aprile. La vittima ha consegnato soldi e numerosi gioielli ad un truffatore che si è presentato a casa sua fingendo, con l’aiuto di almeno un complice, che quei beni di valore fossero necessari per poter assistere il figlio che aveva avuto un grave incidente.

L’episodio della truffa ad Alcamo che si è consumato nell’arco di una manciata di minuti e che ha preso alla sprovvista l’anziana che, impaurita, ha consegnato tutto quel che di valore aveva a casa. Ma dopo qualche minuto ha deciso di chiamare la figlia per raccontarle tutto ed a quel punto ha realizzato di essere stata truffata. Per questo ha chiamato i carabinieri, a cui ha sporto denuncia. In pratica la donna era stata contattata telefonicamente da una persona che, presentandosi come un carabiniere, affermava che il figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale per il quale sarebbe incorso in gravi sanzioni se non avesse pagato una cauzione di diverse svariate migliaia di euro.

Il tutto confermato da una seconda telefonata in cui un falso avvocato confermava la storia e metteva pressione all’anziana signora, intimandole di consegnare oggetti preziosi e soldi a un uomo da lui inviato. La vittima, letteralmente terrorizzata, ha raccolto i contanti e i gioielli che aveva in casa per poi consegnare tutto ad un complice del truffatore che pochi minuti dopo aveva bussato in casa sua. Quest’ultimo ha quindi raccolto tutto quel che la donna gli aveva consegnato e si è dileguato, tentando di rassicurare l’anziana.

I carabinieri hanno avviato le indagini, dopo aver raccolto la denuncia, sulla base delle scarne informazioni che sono state date dalla donna. “Ero impaurita e affranta, non ho riflettuto che potesse trattarsi di una truffa” ha raccontato alla figlia ed ai militari dell’Arma. Gli investigatori intanto stanno provando a restringere il cerchio ed avrebbero già in qualche modo tracciato una pista, anche se al momento c’è il massimo riserbo. L’impressione comunque è che ci possa essere stato un basista, qualcuno che conosceva per bene la vittima sapendo che effettivamente aveva un figlio al Nord e che potesse avere soldi e monili in casa. Ecco perché i carabinieri stanno setacciando la cerchia di conoscenze della vittima per provare a capire chi possa avere avuto accesso a quelle informazioni.