Assolti altri 13 operai

Alcamo, smaltimento illegale di rifiuti, 2 funzionari condannati

Smaltirono illegalmente i rifiuti, condannati due funzionari dell’Energetikambiente, la ditta che anni fa gestiva la raccolta dei rifiuti ad Alcamo. Tutti assolti nel processo di primo grado gli altri 13 operai finiti sotto processo perché il fatto non costituisce reato.

Ad essere condannati Benedetto Cottone, 57 anni, capo-cantiere dell’impresa, e Giovanni Maria Picone, 54 anni, responsabile operativo della stessa azienda per l’Italia meridionale. Per entrambi 2 anni pena sospesa, a fronte invece della richiesta formulata dei pm che era stata di 4 anni e 3 mesi.

Gli operai assolti sono Adriano Stellino, Federico Cutino, Francesco D’Angelo, Gaetano La Rocca, Alessandro Adamo, Salvatore Russo, Salvatore Vicari, Salvatore De Martino, Gaspare Lipari Gaspare, Gioacchino Adragna e Maurizio Butera.

Ad avere difeso 6 dei 13 operai finiti alla sbarra gli avvocati Mary Mollica e Sebastiano Dara che si dicono soddisfatti per l’assoluzione: “Siamo sempre stati convinti – hanno detto i due legali – che gli operai di muovevano nell’ambito della loro attività quotidiana sempre nella legalità”. Le motivazioni di condanne e assoluzioni saranno depositate entro 90 giorni.

Il processo è scaturito in seguito alle indagine dei carabinieri forestali del Cites, il centro anticrimine natura di Palermo, e della Direzione distrettuale Antimafia. Gliimputati, seppur con responsabilità diverse, secondo l’accusa originaria, avrebbero smaltito illecitamente percolato, “terre di spazzamento”, farmaci e pile esauste. Attività che avveniva all’interno dell’autoparco di contrada Milano a Partinico, dove venivano custoditi i mezzi della stessa società e dove è stato documentato il danno ambientale per la dispersione di percolato e terre di spazzamento.

Attività abusive di stoccaggio sarebbero state accertate anche al Ccr di Alcamo, il centro comunale di raccolta in cui ipoteticamente si sarebbero dovuti soltanto separare temporaneamente rifiuti riciclabili. Ad essere condannata al processo anche la società a 77.000 di sanzione pecuniaria e al ripristino dei luoghi. Condannati anche al risarcimento del danno alle parti civili, fra cui Legambiente Sicilia,  difesa dall’avvocato Daniela Ciancimino, e al pagamento  delle spese legali. “Ci aspettiamo – dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – che, come previsto dalla sentenza, si provveda al più presto al ripristino dei luoghi. Ma bisogna ripulire il settore dei rifiuti da imprenditori privi di scrupoli che danneggiano, oltre l’ambiente, una intera economia del territorio”.