Ascoltato un altro teste

Partinico, processo Maniaci “Il sindaco si sentiva ricattato”

Al processo d’appello contro Pino Maniaci per estorsione e diffamazione ascoltato in aula Pino Panettino, portavoce dell’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca. Panettino ha confermato che il primo cittadino viveva sotto costante pressione di Maniaci, il quale secondo l’accusa avrebbe montato dei servizi ad arte per impaurire De Luca e costringerlo a pagare delle somme di denaro. A precisa domanda della corte, presieduta da Luciana Caselli, Panettino ha detto: “Il sindaco si sentiva ricattato, Maniaci era un millantatore, raccontava fesserie”.

L’allora portavoce, pur precisando di non aver mai assistito alla consegna di denaro da De Luca al giornalista dell’emittente televisiva Telejato di Partinico, ha raccontato una serie di circostanze che l’allora sindaco di Borgetto gli confidava. Ha confermato anzitutto le pressioni fatte a lui stesso e a De Luca al telefono, e cioè le continue richieste di denaro di Maniaci che lamentava scopertura di assegni e necessità di pagare le bollette. L’ex portavoce ha anche raccontato delle “interviste riparatorie”, quelle che Maniaci consentiva al sindaco in seguito a degli attacchi giornalistici e che sarebbero in poche parole i contentini dati dal giornalista quando riceveva denaro. Dopo una di queste interviste De Luca avrebbe detto a Panettino queste parole, come confermato in aula: “Io l’ho accontentato, speriamo che questa volta si dia una calmata”.

Processo rinviato al prossimo 22 ottobre, possibile che entro fine anno possa arrivare la sentenza. Qualche mese fa venne risentito anche l’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca, il quale ha raccontato che nel corso del tempo venne costretto a versare oltre 10 mila euro a Maniaci sotto le sue costanti minacce, pressato da continui attacchi giornalistici: “Per avere spazio per le repliche dovevo pagare” aveva confermato De Luca. Il giornalista millantava amicizie altolocate (come quella con il prefetto di Palermo che si rivelò una bufala, ndr) e quindi lasciava intendere di essere in grado di far accendere i riflettori della giustizia sul palazzo di città borgettano mettendo la classe politica in cattive acque.

L’ex primo cittadino ha raccontato anche diversi aneddoti, come quando Maniaci si presentava nella pizzeria di sua proprietà e pretendeva di non pagare mai. Una volta si recò anche alla cartoleria gestita dalla moglie di De Luca e ritirò circa 100 euro di materiale non pagandolo. Al centro dell’inchiesta dei carabinieri che poi è sfociata nell’attuale processo, anche la vicenda del servizio giornalistico realizzato da Maniaci sul viaggio in America organizzato dal Comune di Borgetto per traslare l’immagine venerata della Madonna del Romitello in una folta comunità di emigrati borgettani fedeli a New York. Storia venuta alla ribalta per un servizio andato in onda sull’emittente in cui si asseriva che l’allora sindaco De Luca, il suo assessore Vito Spina e la presidente del consiglio Elisabetta Liparoto avrebbero incontrato noti mafiosi. Tra questi Francesco Rappa, soprannominato “mano monca” per via di un suo deficit fisico.

In questo caso i tre esponenti istituzionali hanno denunciato e fatto condannare Maniaci per diffamazione. Secondo quanto disse all’epoca Maniaci di Telejato Partinico, questa vicenda sarebbe venuta fuori da una lettera recapitata a Telejato. Per avere copia di quella lettera, rivelò l’ex sindaco di Borgetto, dovette pagare a Maniaci 200 euro. Nel corso del dibattimento di primo grado, in cui Maniaci è stato condannato per diffamazione e assolto per gli episodi contestati di estorsione, i legali del giornalista Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia si sono soffermati cercando al contrario di evidenziare che in realtà quei soldi dati da De Luca non erano frutto di un estorsione ma del pagamento di una pubblicità messa in onda per conto della moglie dell’ex sindaco per l’attività commerciale.