E c’è già chi si sente bersaglio

Partinico, guerra legale del Comune contro la diffamazione

L’amministrazione comunale di Partinico pronta a dare battaglia nei tribunali contro le testate giornalistiche che realizzano articoli con contenuti di diffamazione e denigrazione nei confronti dell’ente e dei singoli componenti della giunta. E c’è già chi, pur non essendo citato nell’atto deliberativo, para il colpo e grida allo scandalo e parla di “bavaglio” alla libera informazione.

La giunta ha adottato un atto d’indirizzo al responsabile competente per attivare un incarico legale al fine di avviare “le opportune azioni giudiziarie a tutela dell’immagine dell’ente ed inibire condotte pregiudizievoli nei suoi confronti”.

Nella delibera firmata dal sindaco Piero Rao e dagli assessori si parla genericamente di “alcune testate giornalistiche con diffusione via stampa, televisione, web e facebook”. Secondo quanto sostenuto dal governo cittadino si sarebbe “riscontrata la presenza di articoli e servizi giornalistici, interviste, messaggi con contenuti denigratori, diffamatori e talvolta calunniatori dell’organo politico-amministrativo e dell’apparato burocratico e amministrativo”

“Tali comportamenti – si legge nell’atto di indirizzo – appaiono trascendere la semplice critica, espressa in un contesto dialettico di idee, andando ad intaccare, potenzialmente, l’onore e il prestigio degli amministratori e di funzionari comunali, nonché l’immagine del Comune e la correttezza dell’agire amministrativo dell’intero apparato, con frequenti allusioni alla limpidezza istituzionale, ingenerando conseguentemente nella comunità un quadro di dubbi e incertezze sulle azioni intraprese dall’Ente nel suo complesso”.

Ad essere stata quasi immediata la reazione di una testata, Telejato di Partinico, che pur non essendo citata mai in alcun modo è anche l’unica a sollevare gli scudi. Non è certo un mistero la fortissima tensione tra l’emittente e il governo cittadino ma da qui a ritenersi un bersaglio di questo atto amministrativo ce ne passa. Come si dice nel dialetto partinicese,qualcuno “si sente il carbone bagnato”?

La testata giornalistica non ha perso tempo cominciando a sciorinare le solite considerazioni scontate, parlando di libertà di stampa che viene ad essere lesa, di un tentativo di mettere il “bavaglio” e altre cose simili. In realtà il factotum di questa emittente, il giornalista pubblicista Pino Maniaci, ha inanellato una serie di diffamazioni a mezzo stampa anche con sentenze passate in giudicato e altre invece in via di definizione. Parlare quindi di “liberta di espressione”, considerando le condanne, potrebbe dunque essere un paravento nel tentativo di darsi l’immunità di poter dire quel che si vuole?

Telejato mette in discussione anche l’impalcatura dell’atto amministrativo. A detta infatti dell’emittente “se l’offesa è rivolta a una persona (ma in realtà non si sa nulla sotto tale aspetto perché non è esplicitato nell’atto deliberativo, ndr), perché per l’intervento legale dovrebbe pagare il Comune e, quindi, l’intera comunità amministrata?” In pratica non si ritiene corretto che per l’azione legale debba pagare il Comune non gli amministratori di tasca propria.

Intanto a tal proposito interviene Rifondazione Comunista che in una nota critica aspramente l’atto di indirizzo approvato dalla giunta: “Si rischia di soffocare il legittimo diritto di critica, confondendo volutamente l’espressione di opinioni con la calunnia – si ,legge nella nota -. In un contesto già delicato come quello di Partinico, dove il ruolo dell’informazione libera è cruciale per illuminare le zone d’ombra dell’amministrazione pubblica, questa decisione appare come un attacco frontale alla libertà di parola e un grave ostacolo al libero esercizio del giornalismo. Riteniamo inoltre inaccettabile che, in un territorio come il nostro, dove la lotta per la trasparenza amministrativa e contro il potere mafioso deve essere una priorità, si scelga di impiegare risorse pubbliche per difendere l’onorabilità dell’apparato burocratico, anziché investire nel miglioramento della qualità dei servizi e nella tutela dei diritti dei cittadini”.