Progetto al vaglio

Villagrazia di Carini, sotto esame il mega parco privato

Privati al lavoro a Carini per far nascere un mega parco con impianti sportivi e ricreativi. Il progetto si andrebbe a realizzare nella zona di Villagrazia, in un’area di circa 90 mila metri quadrati che dista un chilometro dalla costa, in una larga fascia compresa tra il centro abitato del comune di Villagrazia di Carini e la costa.

Al momento il progetto è stato presentato e proprio in questi giorni l’assessorato regionale Territorio e Ambiente ha stabilito che dovrà essere assoggettato a Vas, la valutazione ambientale strategica. In buona sostanza è stato stabilito che tale progetto va ad impattare significativamente sull’ambiente circostante e quindi dovrà essere dettagliatamente valutato sotto tale aspetto.

Il mega parco dovrà eventualmente ottenere anche la variante urbanistica in quanto secondo il piano regolatore vigente del Comune l’area dove è prevista la realizzazione è destinata a verde agricolo e non come servirebbe in questo caso “verde urbano”. Quindi servirà un’eventuale “deroga” allo strumento urbanistico per permettere la costruzione di questo parco.

Le opere di urbanizzazione consistono nella realizzazione di un’area a parcheggio pubblico. Sulla base dcel progetto dovrebbe essere realizzata con piazzole di sosta pavimentate con mattoni in cemento autobloccante di colore verde, percorsi interni in terra battuta (rosticcio di cava di tufo) e tettoie con telai in alluminio dove saranno collocati i pannelli fotovoltaici per la produzione dell’energia elettrica.

All’interno del parco è previsto anche un sistema di strade che permetterebbe al pubblico di raggiungere agevolmente con i propri mezzi tutte le aree destinate alle attività sportive e ricreative.

L’Arpa, nell’emettere il proprio parere, ha ritenuto necessaria la valutazione della Vas per “le potenziali criticità ambientali che potrebbe produrre nel contesto territoriale interessato”. Secondo l’agenzia si dovranno approfondire alcune aspetti come i potenziali rischio per “l’aumento delle superfici impermeabili”, la “perdita di suolo” per la quantità di terre di scavo, ed ancora la “perdita di vegetazione presente nell’area” ed infine per la “presenza e operatività del cantiere nel contesto di riferimento con rischi di inquinamento atmosferico, rumore e vibrazioni”.